ma quanto sono eterne le attese in aeroporto? ma, se non altro, in quello di Vienna il wireless è gratuito e allora eccomi qui ad aggiungere qualche blognotes da ED-Media.
Una cosa è certa: il convegno, iniziato molto pigramente lunedì, piano piano si sta attivando: oggi è comparso una videoproiezione su schermo in mezzo alla hall del primo piano (demenzialmente il convegno si svolge su tre edifici per un totale di 12 piani diversi… ma daltronde ci sono fino a 20 sessini in parallelo…) in cui sono proiettati i messaggi twitter mandati dai partecipanti nel sistema TWEMES(Twitter memes) – qui i link ai edmedia-twemes.
Cosa mi resta di questa interessante full immertion? tante cose, ma in particolare il racconto di una ricerca condotta presso l’Università di Atene da Alexandros Papadimitriou, Maria Grigoradou e Georgios Gyftodimos su un progetto chiamato MATHEMA per l’apprendimento nella scuola superiore della fisica.
Il contenuto considerato per lo studio era: “come si muove una particella carica all’interno di un campo magnetico”. I partecipanti sono stati sottoposti a tre tipi di approcci di studio e, come verifica dell’apprendimento, è stato chiesto loro di risolvere un problema sull’elettromagnetismo.
I tre tipi di approcci erano:
1) avevano a disposizione un testo, contenente tutte le formule necessarie, su cui studiare la teoria;
2) avevano a disposizione una simulazione, che permetteva loro di fare alcune ipotesi e verificarle;
3) infine, potevano ingaggiare via web una discussione sull’argomento con un loro compagno “di classe”, che potevano scegliere da una lista proposta dal computer sull sulla base della teoria costruttivista (semplificando = gli studenti si suddividino a seconda dell’aipproccio allo studio n quattro categorie accomodante, divergente, assimilatore, convergente – esistono degli studi che dicono che nei lavori collaborativi si ottengono lavori migliori con determinati assortimenti).
I risultati, ovviamente, sono la cosa più interessante: quelli che avevano a disposizione solo il testo hanno raggiunto risultati inferiori agli altri gruppi, quelli che hanno avuto a disposizione il testo e le simulazioni hanno ottenuto risultati superiori, ma non il 100% (quelli che hanno risposto in modo scorretto nonostante l’evidenza sperimentale non riuscivano ad accettare il risultato ottenuto sperimentalmente, forse in conflitto con lo schema mentale che si erano costruiti studiando sul testo). Questo punto ha per me già in sè una scioccante realtà: se si è convinti di essere nel giusto hon importa quello che vedono i nostri occhi…
E il terzo gruppo? hanno risposto tutti correttamente, conversare e discutere con i propri compagni di corso ha dipanato dubbi, chiarito errori e, soprattutto, convinto anche i più “refrattari”. Davvero un bell’esperimento (i numeri non erano altissimi, sarebbe carino avere uno studio così su larga scala).
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