Web 2.0 al fest

Blognotes sempre in diretta da FEST (risistemati lun 21). Arrivo un pò in ritardo, stanno parlando di Scivee (Apryl Bailey), un sistema di video podcasting per migliorare la comunicazione tra scienziati, quindi per scienziati e fatta da scienziati: è un servizio, dove raccontare le proprie ricerche e la vita di laboratorio. Rapidamente si passa alla storia di Galileo.net (Letizia Gabaglio) la cui nascita risale al 1996. Nasce su web anche perche era economico scrivere su web e a farlo partire sono stati i ricercatori (notoriamente con fondi esigui a disposizione…) in un’epoca in cui le scienze non erano ancora famose e nasce come “semplice” ipertesto: “[…] Canali e newsletter e archivio sono stati introdotti nel 2002. Nel 2006 si trovano canali trasversali -meta ricerca- e
videonotizie da altre riviste, oltre al format innovativo delle notizie fatte datante notizie prese dall’archivio. Inoltre, diamo per la prima volta spazio ad un ricercatore per raccontare il mondo della ricerca dall’interno. E’ un format che poi ha avuto seguito e ha appassionato molto. Infine strumenti di community ormai classici. Parafrasando la storia del sito, per la comunicazione scientifica: 1.0 divulgare e rendere più facile l’accesso alla scienza, 2.0 coinvolgere l’utente per
personalizzare. Affidabilità: 1.0 controllare la fonte, 2.0 aprire la discussione.”.
Quindi si passa a parlare di impatto sociale della scienza nell’era di internet (Brian Trench): “internet nasce con un primo messaggio sulla scienza ed è l’ambiente naturale degli scienziati, ambito di informazione dialogo e competizione. Ed è soprattutto mettere in comune. Caso emblematico: progetto genoma umano, progetto di condivisione pubblica e di grande competizione. Oggi però internet ci da qualcosa di più:l’accesso al backstage. Questo porta ad una magiore consapevolezza
generale dell’intero processo della scienza. Certo è che – per contro – le istituzioni usano il web per comunicazioni unilaterali, non sono in linea con questa visione nuove.”.
Infine Luca De Biase e Nova: “[…] la parole chiave di Nova è innovazione. L’idea da cui nasce è incrociare ricerca con imprenditori e artisti. Alla base un concetto: no pessimismo, c’è un
infinito che si può inventare e fare. […] Infatti il giornale è una piattaforma per l’innovazione. Uno degli strumenti più importanti è l’aggregatore di blog di persone che hanno visioni
con aspetti condivisi, per creare una visione globale comune attraverso una rete sociale (che è l’aggregatore di blog). In questo modo la testata nasce dagli autori, tanti autori, specializzati. Il tutto si riflette sulla carta, in modo totalmente transmediale, anche se con lievi differenze. La parola chiave del processo di produzione delle notizie in questo caso è responsabilità. Il meccanismo è dovuto all’immersione nel caos informativo da dove possono emergere regolarità
impreviste”. Cosa che… regolarmente accade, come è evidente a chiunque segua Nova.

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