E’ giunto, come anticipato, il Levy-moment.
“muoversi non è più spostarsi da un punto all’altro della superficie terrestre, ma attraverso universi di problemi, mondi vissuti, paesaggi di senso. Queste derive nelle trame dell’umanità possono incrociare le traiettorie ordinarie dei circuiti di comunicazione e di trasporto, ma le navigazioni trasversali, eterogenee dei nuovi nomadi esplorano un altro spazio. Noi siamo gli immigranti della soggettività” (de-territorializzazione)
altro che globalizzazione…
dopo una frase così, come sembrano anacronistici i confini sulle carte geografiche…
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