La citazione è di De Chirico, lo spunto viende dal fatto che ieri ad Arte in Fiera a Bologna c’erano anche dei suoi quadri (e non pochi). Ma questo è solo un pretesto per parlare di questo colossale evento, dove forse sarebbe stato meglio dedicarci qualche giorno e non un pomeriggio, che è stato – ad ogni modo – estremamente gratificante. Una bella immersione nell’arte moderna e, soprattutto, contemporanea. Molta fotografia, poca scultura, ancora impera la pittura, un pò di video – zero bioart, un pò di land art (documentata). Molti artisti sconosciuti e grandi nomi, opere scioccanti o delicatamente poetiche. Ne ho viste così tante degne di nota che sarebbe ingiusto citarne qualcuna, per offuscarne altre. Però per chi non ha avuto la fortuna di andarci un bel giro sul sito dell’evento, con numerosi video che documentano e una galleria d’immagini (un pò risicata a dire la verità… ma tant’è! meglio di niente). Ottima l’idea – mai sentita prima in una fiera – di organizzare visite guidate, oltretutto di qualità eccelsa. L’organizzazione è a carico del MAMbo (Museo di Arte Moderna di Bologna) che non ho ancora avuto piacere di visitare ma che inizio a pensare che potrebbe non deludermi. Intanto un giro al sito didattico, messo in piedi con altri sei musei internazionali, vale la pena di farlo: ricco di materiali molto interessanti, filmati, animazioni interattive e persino alcuni software – es. come creare un libro da stampare o come creare un ritratto di un personaggio fantastico.
Peccato che in Italia l’arte contemporanea sia assolutamente sconosciuta, non apprezzata e non sostenuta. e dire che gli artisti non mancano. e dire che poche cose ci appartengano come l’arte contemporanea.
pazienza, accontentiamoci di questi eventi fieristici, che seppur nella loro veste commerciale, permettono ogni tanto una sana indigestione di arte, che talvolta non è male nemmeno gironzolare tra le opere d’arte, senza il condizionamento di un percorso d’arte suggerito nelle mostre (senza nulla togliere a queste, ovviamente!)
ps. ovviamente non mancavano i Baobab… bastava cercarli il giusto, quattro, uno per ogni stagione (!!! – ovviamente una provocazione)
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