Il tema dell’identità collettiva mi affascina sempre molto, se da una parte si associa a discorsi di steoreotipizzazione in altri casi invece è voluta, per la sua funzione di evocare la moltitudine, la forza di una massa, o per appiattire le realtà, per rimuovere il volto alle persone.
ma sul web, tutto come al solito prende una forma inconsueta, oppure semplicemente amplificata in alcuni suoi dettagli.
Così mi capita di riflettere sul discorso degli innumerevoli log in che effettuo al giorno, sui siti più vari, per accedere a contenuti, per scaricare materiali, per far parte di community… Esisto quindi con innumerevoli nick name diversi in tanti luoghi su internet, componentdo un pezzettino di un database, da cui qualcuno ricaveerà qualche interessante informazione, sommando il mio dato a quello di molti altri, a creando quindi un’‘ identità collettiva degli utenti del sito o del servizio.
Il grande fratello alla vecchia maniera, non quello che da un insieme di soggetti anonimi ne tira fuori uno che diventerà famoso, ma quello che da un insieme di persone anonime ne tira fuori una unica anonima e generica e, in qualche modo, rappresentativa.
Ma questi sistemi sono veramente così efficaci? quali dasti si possono ricavare? Tanti, ma chi ne intende far uso in siti generici dovrà sicurament e tenere conto del fatto che su internet spesso e volentieri non si condivide solo lo spazio web, ma anche le identità.
Uno per tutto segnalo un progetto curioso: BugMeNot – Bypass the compulsory registration
Per chi sceglie di confondere le acque, una banca dati di username e password per diversi siti (che si può implementare). In realtà la cosa è più complessa, perchè prende in considerazione alcuni strumenti da spammisti e hackeristi, per usi casarecci. Però di fatto, vuol dire che per certi database è possibile trovare utenti con…. personalità multiple o identità colllettive, come si preferisce…
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