Il primo post dell’anno, quello “dell’ottavo giorno” del 2008 è una citazione da Levy, ancora una volta, a chiudere il ciclo di quelle dell’anno scorso, che ben lo rappresenta per quanto mi riguarda:
“L’ascolto consiste nel fare emergere, nel rendere visibile o udibile, la miriade di idee, argomenti, fatti, valutazioni, invenzioni, relazioni che tessono il sociale, il complesso del sociale, nella sua profondità più oscura: progetti singole competenze, forme originali di relazione o di contrattazione, sperimentazioni, organizzioni. All’interno di una situazione di mobilità, le lingue ufficiali e gli schemi fissi portano solo alla confusione, all’occultamento e al disorientamento. Aumentare l’autotrasparenza del sociale (e non la trasparenza dell’individuo rispetto al potere) presuppone che si autorizzino i singoli che lo costituiscono a esprimersi nel proprio linguaggio, a inventarsi le proprie autodescrizioni e quelle dei loro progetti, senza imporre loro un codice a priori”.Con un’appendice piuttosto intensa: “L’intelligenza collettiva non ha nemici. Essa non combatte i poteri, li diserta.”Infine una curiosità, il libro di Levy, Intelligenza Collettiva, termina con un leggerissimo Go West..
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